Anni universitari, periodo metal/alternative, mi aggiravo per La Sapienza con la maglietta dei System of a down del concerto di Milano, vestito ovviamente con la catena al portafoglio, jeans neri e scarponi underground che conservo gelosamente nell'armadio per ricordarmi di comecristoandavoingiroallepoca.
Prendo il tram a Piazzale Verano e sale con me una ragazza: vestita esattamente come me. Uguale: ovviamente versione femminile: bionda, piccolina (che a me gusta molto), un volto per cui perdere la testa, semplicemente bella insomma. Prima ride e sbotta, poi inizia a sorridere. Inizia un chiarissimo gioco di sguardi e capisco che lei vuole parlare, o scopare, o sposarmi e aspettare di diventare vedova prima di ereditare il mio biglietto aurografato di John Dolmayan.
Dieci minuti di giochi di sguardi, parole non dette e petali di fiori d'arancio che immagino riempiano il tram di amore e atmosfera da film romantico in cui sono il protagonista assoluto.
E la fottuto storia è finita così. Punto. End. Sono sceso e CIAO BIONDINA TI HO AMATO PER 10 MINUTI.
Lo rimpiango da sempre, non ho mai capito perché non le ho detto niente ma forse è bello così, un ricordo meraviglioso mai rovinato da un amore non corrisposto (magari le piacevano anche i Guns N' Roses, vai a sapere).