Mi hanno chiesto cosa ne pensassi del discusso “test elettorale”, quel famoso tema che puntualmente torna di moda quando le elezioni si avvicinano e quando la politica prende il sopravvento sugli altri interessi quotidiani. E’ giusto, mi chiedono, che si i debba garantire il diritto di voto a chi non sa neanche chi sta votando? A chi non è informato politicamente? A chi non ha interesse nell’informarsi? Ho dato una mia risposta (breve, che chiaramente non approfondisce molto l’argomento), che però ha trovato parecchio consenso e quindi la riporto qui.
La questione è molto ampia.
Attualmente il discriminante per votare è la maggiore età (18 anni per tutto tranne i 25 anni per il senato). Questo è un parametro arbitrario nato dall’equazione abbastanza innaturale che a 18 anni si acquistasse la famosa “maturità” (non per nulla l’esame di stato delle superiori viene chiamato in quel modo).
Innanzitutto bisogna chiedersi cosa significhi democrazia e cosa significhi maturità.
Perché ad esempio per la democrazia bisogna essere “maturi” per votare? Democrazia -per definizione- significa che il voto dovrebbe essere dato a qualsiasi cittadino, anche minorenne, ad esempio.
Ok, nella pratica è chiaro che far votare un bambino di 2 anni non ha senso, così come far votare una persona che non abbia sviluppato (le tematiche sessuali ad esempio fanno parte della maturità), quindi un primo scaglione per evitare il voto potrebbe essere quello dello sviluppo psicofisico (insomma se puoi riprodurti non vedo perché non dovresti poter votare).
Sempre nella pratica uno si dovrebbe chiedere: “è giusto far votare chi se ne fotte di informasi e segue semplicemente il proprio istinto/partito/famiglia senza avere un pensiero proprio? Soprattutto se questo voto condizionerebbe la vita di tutti gli altri?”
Se decidessimo di no, oggi esisterebbero modi più o meno validi per determinare se una persona è abbastanza informata e con un grado di intelligenza tale da comprendere cosa sta votando e secondo me un test solo in materia politica è sbagliato. Io vorrei anche che chi decide per me avesse la basi culturali, matematiche e sociali per stare al mondo ad un certo livello. Che uno sappia cosa sta votando ma poi non sa fare 2+2 o non sa scrivere o leggere (leggere e capire cosa sta leggendo intendo).
Quindi torniamo al solito punto che però in questo modo alcuni deciderebbero per altri (anche troppo stupidi). E quindi non sarebbe comunque democrazia (sebbene nemmeno mettere la soglia dei 18 anni sia esattamente la definizione di democrazia in effetti).
Quindi tornando sull’argomento: o si dichiara formalmente che la democrazia non esiste e si lascia governare il popolo da una cerchia più o meno ampia di persone “intelligenti” (passatemi il termine sbrigativo) con i relativi rischi di assolutismo/oligarchia, oppure si continua più o meno così con una soglia completamente arbitraria di accesso al voto che non penalizzi più di tanto la definizione di democrazia perché rimane una soglia che ogni uomo riesce a raggiungere indipendentemente dal proprio cervello.